Adeguati assetti organizzativi e whistleblowing: opportunità per le imprese competitive

Articolo su Mizuya Legal del 6 novembre 2023

Negli ultimi anni, le piccole e medie imprese (PMI) hanno acquisito sempre più importanza nell’economia globale. Tuttavia, per garantire un successo a lungo termine, è fondamentale che queste aziende sviluppino adeguati assetti organizzativi. In questo articolo, esploreremo alcuni suggerimenti su come le PMI possono organizzare efficacemente le proprie risorse per massimizzare il loro potenziale.
Con l’introduzione del nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) (D.lgs. n. 14/2019) che ha emendato gli articoli 2086, 2257, 2380 bis e 2475 del Codice civile, i principi e le regole sugli adeguati assetti, sono stati di fatto estesi a tutte le società ed agli imprenditori individuali: l’art. 3 del CCII impone all’imprenditore di predisporre assetti organizzativi, amministrativi e contabili, adeguati alla natura ed alle dimensioni dell’impresa, ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi e della perdita di continuità aziendale, nonché dell’assunzione di idonee iniziative per il superamento dello stato di crisi.
Il riformato art. 2086 del Codice Civile prevede che l’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.
Sotto il punto di vista organizzativo dovranno adottare 1) l’Organigramma aziendale, 2) un Mansionario; 3) predisporre la progettazione della struttura organizzativa che garantisca il rispetto della competenza delle funzioni. Innanzitutto, è importante che le PMI siano consapevoli delle proprie risorse umane. Una delle principali sfide per le piccole imprese è quella di attrarre e trattenere talenti qualificati, quindi è essenziale investire nella gestione delle risorse umane. Ciò può includere lo sviluppo di programmi di formazione e sviluppo, la creazione di piani di carriera e la promozione di un ambiente di lavoro positivo e inclusivo. Investire nelle persone migliorerà la motivazione, la produttività e la fedeltà dei dipendenti, consentendo alle PMI di avere un vantaggio competitivo.
In secondo luogo, le PMI dovrebbero mettere in atto una struttura gerarchica chiara e definire chiaramente i ruoli e le responsabilità dei dipendenti. Questo aiuterà a ridurre la confusione e la sovrapposizione di compiti, migliorando l’efficienza e la comunicazione all’interno dell’azienda. Definire le responsabilità dei dipendenti consentirà loro di concentrarsi sulle loro aree di competenza e di assumersi la piena responsabilità delle proprie attività.
Le PMI dovrebbero adattare e regolare i propri assetti organizzativi in base alle mutevoli esigenze e alle sfide del mercato. È importante che queste aziende siano flessibili e reattive ai cambiamenti esterni, in modo da poter adattare le proprie strutture e strategie di conseguenza. Monitorare costantemente il contesto economico e mantenere un occhio sulle tendenze del settore permetterà alle PMI di adottare misure preventive e di prepararsi alle eventuali crisi o sfide future.
Sotto il punto di vista amministrativo dovranno adottare ed utilizzare strumenti e sistemi di pianificazione e controllo orientato alla previsione del rischio ed alla gestione. Le PMI dovrebbero adottare tecnologie e sistemi informativi appropriati per semplificare le operazioni e migliorare la comunicazione interna. L’implementazione di software e piattaforme di gestione aziendale può agevolare il flusso di informazioni tra i dipendenti, ridurre gli errori e facilitare il monitoraggio delle performance. L’accesso efficiente alle informazioni consentirà alle PMI di prendere decisioni più informate e tempestive
Sotto il punto di vista contabile dovranno adottare strumenti di analisi e controllo per rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario, verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale almeno per i dodici mesi successivi, finalizzati alla continuità aziendale ed alla prevenzione di situazioni di crisi (iniziando proprio redigendo la Credit Policy).
Sotto tale ultimo aspetto assumono rilevanza e pregnanza specifica le raccomandazioni relative al monitoraggio ed al recupero del credito aziendale pubblicate negli Editoriali del MizuyaLegal del 31.07.20223 e del 07.08.2023; basti pensare alla sentenza emessa dal Tribunale di Cagliari il 19 Gennaio 2022 con cui, valutate inidonei le pratiche di gestione dei crediti aziendali imputando a grave negligenza il comportamento degli amministratori rispetto a crediti risalenti nel tempo, ha, tra l’altro, nominato un amministratore giudiziario ai sensi dell’art. 2409 c.c. affidandogli il compito, previa valutazione della solvibilità del debitore, di agire con le azioni stragiudiziali o giudiziali ritenute opportune per il recupero dei crediti.
La disamina dei modelli organizzativi e degli adeguati assetti diventa tanto più attuale con l’imminente obbligo di adozione, entro il 17 dicembre 2023, da parte delle imprese con oltre 50 dipendenti, della procedura Whislteblowing (di cui abbiamo parlato nell’Editoriale del 16 ottobre 2023), posto che la mancata adozione di adeguati assetti organizzativi e contabili ovvero la violazione degli stessi può far incorrere l’impresa e la dirigenza in illeciti.
I modelli organizzativi non possono essere standard ma “fatti su misura” dell’azienda che li adotta, ciò comporta per l’impresa, nell’adozione dei propri modelli motivi le proprie scelte in concreto sulla base di criteri oggettivi, sui quali si baserà la valutazione del giudice. In altri termini la decisione del Tribunale non riguarda l’efficienza del modello adottato, ma la riconduzione di quel modello a parametri oggettivi accolti dall’economia aziendale e dalle best practices di settore rispetto all’oggetto dell’impresa ed alle sue dimensioni.
Il Tribunale di Roma, con provvedimento del 24 settembre 2020 ha sancito che le scelte di carattere organizzativo afferiscono al merito della gestione e come tali non sono sindacabili “a meno che non siano irrazionali o irragionevoli e siano ab origine connotate da imprudenza, tenuto conto del contesto in cui sono state adottate, e non siano state accompagnate dalle verifiche imposte dalla diligenza richiesta dalla natura dell’incarico”
In conclusione, le PMI, seppure per dotarsi di adeguati assetti organizzativi dovranno sostenere i relativi investimenti, possono migliorare la propria performance attraverso un adeguato assetto organizzativo. Investire nelle risorse umane, definire ruoli e responsabilità, utilizzare tecnologie appropriate, creare una cultura aziendale forte e adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato sono tutti aspetti fondamentali per garantire il successo a lungo termine delle PMI. L’implementazione di queste strategie aiuterà le PMI a sfruttare appieno il loro potenziale e ad adattarsi in modo efficace alle sfide del mercato in continua evoluzione.

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