In tempo di pandemia, le contestazioni ipotizzabili potrebbero essere l’errata o ritardata diagnosi che abbia comportato un aggravamento, scongiurabile in presenza di una diagnosi tempestiva, della patologia; una negligente esecuzione del trattamento terapeutico, che abbia causato un danno alla salute del paziente, e la mancata adozione delle cautele imposte dalle linee guida/buone pratiche sul paziente, affetto da diversa patologia, che abbia contratto il Covid-19 in ambiente ospedaliero.
Tutte le contestazioni sono però superabili dall’eccezionalità della situazione a livello mondiale, dalla scarsità di evidenze scientifiche sul virus (e quindi assenza di linee guida e buone pratiche) e dunque una causa di risarcimento in questo senso potrebbe risultare temeraria.
Vi segnalo un mio breve contributo pubblicato sulla rivista di settore “Senzaetà”
http://www.senzaeta.it/wp-content/uploads/2021/01/senzaeta-102.pdf